Zibaldino

Dal pensiero debole a quello nullo.

“La parabola triste di Gianni Vattimo, dal pensiero debole a quello nullo .”

Questo è il titolo di un articolo scritto da Caterina Soffici, su “il Giornale”, come considerazioni in margine al boicottaggio della presenza israeliana alla fiera del libro di Torino.

 

              Il titolo mi è piaciuto e l’ho ripreso, in parte, per questo mio post; la Soffici nello scriverlo,probabilmente, ha voluto dare  un’intonazione più satirica che filosofica, io, invece, in questa occasione, vorrei, fare delle considerazioni più filosofiche che sarcastyche…..

 

            “Il pensiero debole è l’adeguarsi alla verità che esistono diverse verità (per cui non esiste verità assoluta, ma solo una pluralità di verità relative).

In sostanza, secondo i critici del pensiero forte, fondare la Legge Suprema che regola ogni aspetto della realtà passata, presente e futura, impedisce di fatto il riconoscimento di quella molteplicità dei punti di vista, tutti legittimi, in cui consiste la realtà ricca e mutevole che l’uomo ha ormai davanti agli occhi, nella sua evidente poliedricità.”(fonte  forma mentis)

 

              “Adeguarsi” alle verità relative, già questo dimostra la debolezza del pensiero debole, che sfocia in un pensiero superficiale, ci si limita alle apparenze  e si afferma l’incapacità di indagare  il senso autentico della realtà.

E’ un’ammissione di sconfitta della filosofia, soprattutto della metafisica e quindi del pensiero forte, che, invece, è unificante della realtà.

 

            “Il pensiero filosofico è arrivato, a parere di Vattimo, al termine della sua avventura. Ogni tentativo di dimostrare i principi metafisici che regolano e sorreggono eternamente la realtà si è risolto in un fallimento, questo dimostra (sempre storicamente) che non esiste alcuna verità stabile.(fonte  forma mentis).

             Da qui il relativismo, riconoscere le varie  diversità come realtà autentiche e paritetiche, in un frazionamento continuo della realtà, fino  all’ammissione  che due verità antitetiche siano entrambe vere.  A questo punto il pensiero debole, passando per il pensiero superficiale, diventa pensiero nullo.

              Questo è un punto debolissimo del pensiero vattimiano, infatti non esiste alcuna verità “stabile” in quanto non conosciamo, scientificamente, la verità assoluta, il nostro percorso di uomini è una strada in salita, non sappiamo cosa ci sia in fondo alla strada o in cima alla montagna, come dice Brian Greene, ma sicuramente, anche oggi, vediamo un elemento unificante della realtà: l’energia.

              Certamente il nostro pensiero, che non è depotenziato come dice vattimo, ci porterà a scoperte sempre più vicine alla realtà autentica.

 

             Quanto creda poco nel suo “pensiero debole”, vattimo lo dimostra nella sua vita politica e pubblica, si professa marxista, che è una scuola di pensiero forte, e, dopo essersi esposto a sostenere l’ugual valore delle diversità, non ammette l’esistenza della realtà israeliana e, ancor peggio, non ammette che scrittori possano essere invitati quali ospiti di onore in una rassegna editoriale, che evidentemente, contravvenendo ai suoi “saldi” principi pluralistici, deve rappresentare solo ciò che a lui piace.

 vattimo è il miglior rappresentate del pensiero”nullo”.

13/05/2008 - Posted by | Varie

10 commenti »

  1. interessante argomento. Ciao

    Commento di antonio | 14/05/2008

  2. “Realtà” a senso unico.
    In buona sostanza vede solo quello che gli piace.
    Ciao,Buona domenica

    Commento di Fort | 17/05/2008

  3. Buon Giorno!

    Forse farà piacere anche a te cimentarti con la domandina birichina che ho posto nel mio blog (nessuno ha ancora trovato la risposta!)

    http://annavercors.splinder.com/post/17142212/Domanda+a+bruciapelo

    Commento di Anna | 18/05/2008

  4. Non posso seguirti Sarca, sei rozzo nell’esame delle visioni della realtà. Ma hai mai discusso con un amico, o con tua moglie, o con tuo figlio, su qualcosa? E ti sei sempre trovato d’accordo? Basterebbe questo a farti concludere che noi vediamo della realtà solo ciò che ci piace, oppure solo ciò che siamo capaci di vederci. Pensa se un pipistrello dovesse spiegare a noi umani, che non ci facciamo una rappresentazione della realtà con gli ultrasuoni come lui, ma con i soli nostri 5 sensi (poi qualcuno ne ha anche un sesto, o una piccola parte di un sesto)come lui “vede” il mondo, cioè la “sua” verità. Ammesso che potessimo trovare una lingua comune con cui comunicarci i pensieri, non so se potremmo essere d’accordo su tutto, o anche solo su qualcosa. Che la verità esista è indubbio. Ma dire che noi “conosciamo” la realtà non può che essere un’affermazione di quella frazione soltanto che abbiamo il potere di conoscere. Poi magari ci sono aspetti di quella realtà che noi non conosciamo, nonostante potremmo farci studi e ricerche approfonditi. Non è una mia scoperta, questa, né di Vattimo, ma di Kant, che espose questi pensieri con i concetti di “fenomeno” e “noumeno”. Concetti già presenti in Platone, ma Kant ha detto l’ultima parola sull’argomento, dopodiché si è girato intorno a Kant senza portare alcuna novità, compreso Vattimo. Forse qualcosa di nuovo l’ha introdotto Abbagnano con “Le sorgenti irrazionali del pensiero” del 1923.
    A presto

    Commento di Pacoloio | 21/05/2008

  5. Caro Pacoloio
    anche con tutte le mie buone intenzioni,non riesco,parlando di vattimo,a nascondere una certa vena ironica, che forse ti è sfuggita. Le tue parole non fanno altro che confermare la mia tesi ed,inoltre, la maggior parte del post sono parole del soggetto in questione.
    Il fatto che non conosciamo la verità assoluta è dovuto solo alla nostra “ignoranza” non perché essa non esista.
    Limitarsi alle “verità” relative è semplicemente riduttivo e superficiale. Poi c’è chi si accontenta,ma chi ha una vera mentalità scientifica va oltre le apparenze.
    Difficilmente la filosofia può dare qualcosa di certo e te lo dimostra il fatto che, da quando Parmenide disse “l’essere è e il non essere non è”,2500 anni fa, i filosofi,per quanti enti, essenti etc. abbiano inventato,sono sempre al solito punto.
    A me piace la filosofia non tanto per quello che i filosofi dicono,ma come metodo speculativo di ragionamento.
    ciao
    sarc.

    Commento di sarcastycon | 22/05/2008

  6. aggiunta al comm. precedente

    “Chi è capace di vedere l’intero è filosofo, chi no, no.”
    aforisma Platone – La Repubblica

    Mi sembra che dica tutto su come deve essere un filosofo.
    ciao
    sarc.

    Commento di sarcastycon | 22/05/2008

  7. Ho appena conosciuto Pacoloio e ne sono contenta perchè mi pare una persona che, come te, Sarcas, usa il cervello e la ragione.
    Mi sembra che per certi aspetti vi somigliate molto, lo sai?

    Io non sono ferrata come voi in filosofia però so che conoscere la realtà comporta la possibilità di rendersi conto di tutti i fattori della realtà stessa, compreso il famoso punto di fuga che coincide con il Mistero che inevitabilmente ci sfugge e che anche voi ragionevolmente prendete in considerazione.

    Quanto a Vattimo… perdonami, ma le pochissime volte che mi sono cimentata con la lettura delle sue considerazioni mi sono annoiata a morte, perciò ho mollato tutto.

    A me piacciono le persone e i discorsi dove la ragione è sollecitata in modo intelligente e Vattimo non riesce a sollecitare i miei neuroni… (colpa sua o colpa mia? boh!)

    Ciao!

    Commento di Anna | 22/05/2008

  8. Anna
    vattimo ha dei grossi problemi esistenziali e, come ho scritto nel post, nella vita non è in accordo con la sua stessa filosofia.
    Non si può professare il pensiero debole e poi essere marxisti,il marxismo è un pensiero forte, come,d’altronde, lo sono le religioni.
    Senza conoscere vattimo penso che tu sopravviva benissimo….
    ciao
    Sarc.

    Commento di sarcastycon | 22/05/2008

  9. cc

    Commento di xxx | 23/05/2008

  10. Ciao Sarc.!
    Politicus ti saluta con stima nel mio blog!
    E anch’io ti saluto!
    A presto!

    Commento di Anna | 24/05/2008


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